corticosteroidi

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Cautela anche per brevi periodi con i corticosteroidi nei bambini

L’assunzione orale di corticosteroidi anche quando la terapia è di breve durata (massimo 14 giorni) aumenta il rischio di sanguinamento gastrointestinale, sepsi e polmonite.

Lo sottolinea uno studio di coorte taiwanese che ha analizzato i dati di 4.542.623 bambini (età <18 anni), nel 23% dei casi trattati con un ciclo breve di steroidi soprattutto per infezioni acute delle vie respiratorie e allergie.

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Disturbi mentali dopo gli steroidi prenatali

L’esposizione prenatale ai corticosteroidi per favorire la maturazione polmonare fetale sembra essere associata all’insorgenza di disturbi mentali e del comportamento nei bambini.

Lo rivela uno studio di popolazione retrospettivo finlandese, che ha arruolato 670.097 bambini, mettendo a confronto bambini esposti in utero ai corticosteroidi somministrati alla futura mamma (14.868) e non esposti (655.229) e seguendoli per un follow-up mediano di 5,8 anni.

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Corticosteroidi in COVID-19: un invito alla cautela

In una lettera pubblicata su The Lancet, un gruppo di ricercatori cinesi sottolinea l’importanza di limitare la somministrazione di corticosteroidi ai soli casi di COVID-19 che ne abbiano realmente necessità e alla minor dose e per il minor tempo possibile.

I corticosteroidi sono stati utilizzati nei pazienti con COVID-19 grave per ridurre i danni provocati dall’infiammazione a livello polmonare, proprio come avvenne durante l’epidemia di SARS del 2003.

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Dall'AIFA: COVID-19 - Autorizzati tre nuovi studi clinici

Tre nuovi studi clinici hanno concluso il processo di autorizzazione da parte dell’AIFA e del Comitato etico unico nazionale per il trattamento del COVID-19.

Il primo, EMOS-COVID, è uno studio sperimentale di fase III che confronta l’efficacia e la sicurezza dell’impiego di enoxaparina a dose profilattica e a dose terapeutica in pazienti affetti da COVID-19 con insufficienza respiratoria moderata-grave e/o elevati valori di D-dimero. Lo studio è monocentrico e sarà condotto presso l’ASST-FBF-SACCO di Milano.

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Fratture da steroidi nella BPCO?

L’uso prolungato di steroidi per via inalatoria nei pazienti con BPCO aumenta il rischio di fratture solo quando coesistono alcune condizioni, relative alla durata del trattamento e alla dose di farmaco impiegata.

Lo sostiene uno studio caso-controllo canadese che ha utilizzato i report del database sanitario del Quebec identificando tutti i pazienti con BPCO dal 1990 al 2005 e seguendoli per individuare quelli con la comparsa di una frattura dell’anca o degli arti superiori. Ogni caso di frattura era confrontato con 20 casi di controllo.

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I rischi degli steroidi a breve termine

Per quanto di breve durata, un trattamento con steroidi sistemici non è scevro da rischi. Lo stabilisce uno studio retrospettivo di coorte condotto dai gastroenterologi dell’Università del Michigan su un ampio campione di assistiti dalle assicurazioni private rappresentativo della realtà statunitense: 1.548.945 adulti di 18-64 anni, 327.452 (21,1%) dei quali trattati con questa classe di farmaci per via orale per meno di un mese.

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Infertilità con i farmaci usati per l’IBD

Una revisione statunitense ha indagato gli eventuali effetti dei farmaci utilizzati per il trattamento delle malattie infiammatorie croniche intestinali sula fertilità maschile e sui rischi di danni al feto.

La ricerca negli archivi della letteratura è stata effettuata per tutte le classi di farmaci e i singoli farmaci indicati nel trattamento del morbo di Crohn e della colite ulcerosa.

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Steroidi inalatori e velocità di crescita

Uno studio clinico multicentrico statunitense, randomizzato e controllato in doppio cieco con placebo, mostra una lieve ma statisticamente significativa riduzione della velocità di crescita con triamcinolone per via intranasale (110 μg una volta al giorno per un anno) in bambini in terapia per una rinite allergica perenne.

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Poco frequente il Cushing iatrogeno dopo iniezione di triamcinolone

Secondo una revisione sistematica condotta da ricercatori delle Università di San Diego ( California) e di Tel Aviv ( Israele), l’iniezione di triamcinolone acetonide per il trattamento di cicatrici ipertrofiche e cheloidi esita raramente in una sindrome di Cushing.

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