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Tuesday, July 30, 2013

Profilo di rischio dei broncodilatatori nei pazienti con BPCO

Secondo uno studio canadese, nei pazienti anziani con BPCO il rischio di eventi avversi cardiaci è simile con l’impiego delle due classi di broncodilatatori di prima linea, gli anticolinergici a lunga durata d’azione o i beta agonisti inalatori a lunga durata d’azione. Queste conclusioni derivano dall’analisi retrospettiva degli archivi sanitari della provincia dell’Ontario (13 milioni circa di assistiti, dei quali 1.800.00 sopra i 66 anni d’età), da cui sono stati estratti i dati di 191.005 pazienti con BPCO che avevano ricevuta una prima prescrizione di un broncodilatatore tra il 1° settembre 2003 e il 31 marzo 2009.

Il 28% (n=53.532) era stato ricoverato in ospedale o era comunque arrivato al Pronto soccorso per un evento cardiovascolare (sindrome coronarica acuta/infarto acuto del miocardio, scompenso cardiaco, ictus ischemico, aritmia).

Circa la metà dell’intero campione (n=26.628) è stato oggetto di una analisi caso-controllo che ha evidenziato un rischio maggiore di eventi cardiovascolari rispetto al non trattamento per entrambe le classi di farmaci (beta agonisti long acting: odds ratio 1,31, limiti di confidenza al 95% da 1,12 a 1,52, p<0,001; anticolinergici long acting: odds ratio 1,14, limiti di confidenza al 95% da 1,01 a 1,28, p=0,03), mentre dal confronto diretto non è risultata una differenza significativa (odds ratio 1,15, limiti di confidenza al 95% da a 0,95 a 1,38, p=0,16). Analizzando separatamente gli esiti cardiovascolari, il rischio si confermava per gli eventi coronarici e lo scompenso cardiaco, non per le aritmie e l’ictus ischemico. Anzi, relativamente a quest’ultimo evento avverso, considerando i farmaci di ultima generazione, è emerso un vantaggio a favore dei nuovi broncodilatatori anticolinergici rispetto ai nuovi beta agonisti inalatori (beta agonisti vs anticolinergici odds ratio 1,73, limiti di confidenza al 95% da 1,06 a 2,83, p<0,03).

Il profilo di rischio dei broncodilatatori nei pazienti anziani e/o cardiopatici con BPCO si conferma critico. Non si rilevano differenze tra i farmaci disponibili fatta eccezione, tra i nuovi medicinali e solo per l’ictus ischemico, per un maggiore sicurezza degli anticolinergici.

Una volta stabilita l’indicazione al trattamento, è pertanto essenziale un attento controllo del quadro cardiologico del paziente da parte del curante.

Gershon A, Croxford R, et al. Cardiovascular safety of inhaled long-acting bronchodilators in individuals with chronic obstructive pulmonary disease. JAMA Intern Med 2013; doi:10.1001/jamainternmed.2013.1016.

e-mail ricercatore: andrea.gershon@ices.on.ca

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